mercoledì 12 febbraio 2020

Sanremo 2020: la mia alternativa, i miei commenti, un confronto attivo tra cantanti e scrittori.



Libri e canzoni. Utilizzo la mia esperienza sanremese, vissuta e raccontata da un punto di vista diverso rispetto a quello della maggioranza degli italiani, per fare un confronto che a me piace sempre tantissimo mettere in evidenza: quello tra cantanti e scrittori. Entrambi produttori di un qualcosa (una canzone o un libro), scritta per comunicare un’emozione e per trasmettere una parte di sé, con cui “regalarsi” al pubblico. Il quale, poi, sceglierà quel prodotto (canzone o libro) sulla base di caratteristiche soggettive e assolutamente personali.

Mai confronto risulta più azzeccato, secondo me, per mettere in evidenza le caratteristiche che da sempre cerco di spiegare, relative al modo con cui un autore dovrebbe rapportarsi con il pubblico. Come ogni cantante è diverso da un altro, e abbraccia una fetta di pubblico diversa da quella di un altro, allo stesso modo ogni scrittore è diverso da un altro, ed è orientato verso una fetta di pubblico diversa da quella di un altro.

In questo video le mie impressioni divertite, insieme alle mie considerazioni un po’ più serie e motivate.

Qui, invece, vi lascio la mia playlist personale delle canzoni sanremesi che ho più apprezzato, secondo una mia classifica ideale:

1) Piero Pelù: anima rock per eccellenza, rappresentata da un brano ben strutturato, accompagnato da un testo delicato ma non banale, e da una personalità forte e carismatica. Nella vita come nel palco. https://youtu.be/tvSagoWzr9g

2) Marco Masini: pezzo fortissimo, ben costruito, supportato da un testo molto intenso e da una melodia perfettamente abbinata, con un crescendo “alla Masini” che ho sempre apprezzato fin dai suoi pezzi più classici come “Ci vorrebbe il mare” o “Vaffanculo”. Oggi ancora meglio di ieri, con un occhio di riguardo alle sonorità più moderne. https://youtu.be/tPquUHoNjbw

3) Bugo e Morgan: il primo pezzo sanremese che ho sentito. L’introduzione iniziale è qualcosa di fenomenale; la struttura del brano è particolare, originale, coinvolgente. Non ci avrei scommesso mezzo euro ma sono riusciti a conquistarmi. https://youtu.be/cNoylMSXYcE

4) Francesco Gabbani: spiace dirlo, perché l’ho sempre trovato un po’ “ruffiano” (devo ancora digerire l’assoluta incompatibilità tra il testo e la musica del brano con cui qualche anno fa vinse Sanremo). Eppure questa canzone è molto coinvolgente e l’accostamento testo/melodia questa volta è impeccabile. Complimenti, Francesco. https://youtu.be/cNoylMSXYcE

5) Diodato. Bel pezzo, bellissimo crescendo, esecuzione impeccabile. Altro esempio valido di come testo e musica possano andare di pari passo, senza che l’uno prenda il sopravvento sull’altra. https://youtu.be/tPv9ZPXmFWU

6) Le Vibrazioni. È già la seconda volta che riesco ad apprezzare questo particolare stile rock ben mischiato al pop internazionale e al “cantautorale” italiano tipico dei primi anni del duemila. Il risultato mi piace molto: stile caratteristico, molto personale. Sono tra i pochissimi che, seguendo questa linea, in voga quindici anni fa, sono riusciti a mantenersi vivi e a rinnovarsi. https://youtu.be/ffC3eV4V8L0

7) Levante. Non è uno di quei pezzi che ti entra subito dentro, infatti esce fuori dai miei gusti personali e da quello che sono abituata ad ascoltare. Eppure, ascolto dopo ascolto, riesce a catturare. Interessante. Bella l’interpretazione. https://youtu.be/MlofRex31rg

8) Rancore. Bellissimo pezzo, studiato e interpretato molto bene. Anche questo è un genere che non rientra nelle mie abitudini; e se non fosse stato per Sanremo, non mi sarei mai accorta della sua esistenza. Eppure lo si ascolta volentieri, riesce a trascinare in maniera forte, sia per il testo sia per la struttura musicale. Ottimo lavoro! https://youtu.be/DCmACrF33Po

9) Riki. Altro elemento su cui non avrei scommesso mezzo euro. Eppure la canzone “acchiappa”. Stile italiano molto classico, reso moderno da un eccessivo “riverbero artificiale” (l’unica pecca di questo pezzo), che ti prende subito e ti permette di canticchiarla già, come si faceva con le canzoni italiane di un tempo. Anche le canzonette, a volte, possono essere piacevoli se ben lavorate e ben interpretate. https://youtu.be/cIhCuwuToos

10) Irene Grandi. Mi piacciono molto le voci femminili se graffianti come la sua, se naturali e non costruite. Questo pezzo, con la sua semplicità, arriva immediatamente, ben supportato da un’esecuzione molto viva, spontanea, vera. Unica pecca: sembra un po’ troppo autocelebrativo, ma trasmette forza e ottimismo. Lo metto quindi ben volentieri nella mia top ten personale. https://www.youtube.com/watch?v=1UBoOicWM9c