mercoledì 26 febbraio 2020



Nel video di oggi prendo in esame il lavoro poco professionale portato avanti da una gran parte di blog letterari, che mettono in luce la loro inesperienza e improvvisazione soprattutto quando si tratta di selezionare i recensori dei libri, spesso scelti con un unico criterio: amanti della lettura. E basta.

Personalmente trovo assurda la pratica diffusa tra autori e blogger: io autore ti do il mio libro; tu blog lo passi al tuo recensore (improvvisato) e lo fai recensire. Sulla base di un gusto personale. Ha senso, secondo voi, leggere su un  blog letterario una recensione intesa come "parere personale"?

Io non darei mai un mio testo in lettura a uno di questi blog, nei quali ho visto dare 5 stelle a libri brutti, scritti male, solo perché il lettore/recensore ha apprezzato la storia descritta; e 3 stelle a libri qualitativamente ok, solo perché il lettore/recensore non è rimasto sufficientemente coinvolto nella storia. È un modo equo, secondo voi, per valutare un libro da un punto di vista professionale?

I lettori che lasciano un commento su Amazon lasciano un parere personale; un blog serio, invece, dovrebbe indirizzare i lettori verso un certo tipo di lettura, aiutando a capire quali sono i libri scritti bene e quelli scritti male. L'apprezzamento della storia, invece, è solo e soltanto dovuto al gusto personale, che non può entrare in gioco in un lavoro di tipo professionale.

Quindi? Come fa un blog ad avere mille teste (i recensori) a rappresentarli, ognuno con un modo di pensare diverso dall'altro?