giovedì 14 settembre 2023

Schwa (ə) e la moda del linguaggio inclusivo. Il metodo infallibile per rendersi scrittori ridicoli.



Approfittiamo della tendenza del momento, quella di utilizzare il linguaggio inclusivo sui social più popolari, per discutere di un tema importante: l'inclusività, o meglio, la sua mancanza in ciò che dovrebbe essere considerato "normale".

Osservando molti scrittori esordienti/emergenti sui social, ho notato un desiderio diffuso di aderire a ciò che è di moda, per distinguersi a tutti i costi da ciò che è stato fatto in passato. L'idea di base è la seguente: come possiamo colmare l'assenza di inclusività che, come la pizza e la pasta, è radicata nel DNA degli italiani?

Qualcuno ha pensato: «Potremmo farlo attraverso un mezzo che ci permetta di distinguerci da coloro che promuovono pregiudizi e discriminazioni». Tuttavia, l'uso improprio della lingua italiana potrebbe danneggiare il nostro intento.

L'approccio che spesso vediamo è l'uso del simbolo "ə", noto come schwa. Altri preferiscono l'asterisco, una scelta che a mio avviso rende la situazione ancora più problematica e priva di senso.

Tutto questo avviene senza una comprensione adeguata della struttura della nostra lingua. Chiunque abbia un minimo di conoscenza e rispetto per l'italiano dovrebbe evitare di deturparlo introducendo arbitrariamente simboli che non hanno alcun significato nella nostra lingua.

E voi? Cosa pensate di questa tendenza?

Per iniziare, vorrei condividere la mia opinione, concentrandomi su ciò che, di fatto, può renderci intolleranti verso tutto ciò che non rientra nella nostra sfera di conoscenza o verso tutto quello che non siamo ancora pronti a capire.